
Il gioco contribuisce in maniera importante allo sviluppo cognitivo ed è anche profondamente legato alla relazione sociale. Il valore educativo del gioco è pertanto indiscutibile. Durante il gioco si acquisiscono qualità importanti come la perseveranza, l’attenzione e la costanza. Esistono giochi imitativi, simbolici (facciamo finta che) e poi quelli normativi ( con regole). Il gioco e la competizione sono entrambi necessari per crescere ma la competizione da sola, senza la componente del gioco, non basta. Infatti, il gioco insegna a muoversi, a immaginare, a pensare. Il bambino che gioca costruisce, sente e agisce per appropriarsi del mondo che lo circonda.
Spesso lo sport viene chiamato gioco e non a torto. Lo sport è un’attività individuale o collettiva che ha come scopo il miglioramento della forma fisica e mentale, oltre a essere un buon modo per socializzare. Il gioco abbraccia in realtà una fascia più ampia di attività ( ad esempio carte e videogiochi che non sono attività sportive); il gioco è ricreativo e non competitivo e in fondo noi giochiamo per tutta la vita (non si dice infatti giocare in borsa o giochi d’amore’’?) Il gioco è un’attività più libera, spontanea, non perfettamente inquadrata e varia poichè è espressione incondizionata del bisogno di divertimento ed evasione.
Lo sport ha una tempistica precisa e una serie di attivita’ definite. Lo sport presuppone una serie di abilità e competenze ben strutturate, ha un fine e soprattutto delle regole, equamente stabilite, accettate e più o meno condivise.
Quando è meglio iniziare a fare sport? Si comincia spesso in prossimità dell’età scolare anche se, per alcuni sport come il calcio, è meglio attendere fino agli 8/9 anni mentre per altri sport come judo, karate, hockey, nuoto, pattinaggio, equitazione, scherma si può iniziare anche molto prima. La vera questione è il saper scegliere l’attività più adatta per ognuno.
“Il bambino che gioca costruisce, sente e agisce per appropriarsi del mondo che lo circonda.”
Adriana caviglia
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